Curarsi a nord d’Italia costa quattro miliardi duecentocinquanta milioni in più. E sono costi aggiuntivi sulle risorse destinate alla Sanità per l’esborso da azienda sanitaria ad altra azienda sanitaria, da un ente regione ad un altro. Lo ha dimostrato la fondazione Gimbe sempre attenta alle evidenze statistiche in Sanità.
La fondazione però non ha calcolato quanto costerebbe rendere i servizi sanitari a costi livellati tra settentrione, centro e meridione d’Italia.
Gimbe ha fatto questo calcolo attraverso i dati registrati per il Covid nel 2021. In questo frangente la mobilità per curarsi muovendosi in realtà sanitarie più affidabili, tutte a nord, è costata il 27% in più dell’anno precedente quando si era attestata a tre miliardi trecento milioni. Evidente che il calmiere dei viaggi tra regione e regione per la salute è consistito nella proliferazione della pandemia.
Le regioni da cui si parte di più per farsi operare al nord d’Italia sono Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo. Le regioni che accolgono di più sono Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e da sole assorbono il 93,3% del turismo sanitario nazionale.