La chemioterapia si può evitare. Almeno come prima fase di cura. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata su Lancet Oncology.
“In prima o seconda linea, gli inibitori e le terapie ormonali sono migliori delle terapie ormonali standard in termini di sopravvivenza libera da progressione”.
In sostanza: ormonoterapia e nuove terapie a bersaglio molecolare sono più efficaci del regime di chemio. Solo in Italia sono ventiquattromila i casi trattabili con questo metodo. La ricerca, chiaramente, inerisce i casi in cui si rilevano metastasi al seno sensibile ai recettori ormonali. Consiste nella raccolta e sintesi di ricerche effettuate dal 2000 al 2017. Si conferma, quindi, la linea internazionale dove si consiglia in prima linea l’ormonoterapia per poi arrivare, eventualmente alla chemioterapia per la cura della paziente.