L’occasione per celebrare la sua fondazione obbliga a un ripensamento concreto di metodi di organizzare il metodo per la cura della salute: superare l’aziendalizzazione e il modello delle Asl, ridimensionare il regionalismo …
Quarant’anni fa il presidente della repubblica Sandro Pertini promulgò la legge 833 che istituiva il Servizio sanitario nazionale. Con questa legge si raggiungeva “uno dei maggiori obiettivi di un paese civile: tutelare sempre i diritti della persona, la dove ci sono situazioni che questa tutela possono rendere difficile” – disse il ministro della sanità (così al tempo era giustamente definito il ministero che oggi si autoproclama della “salute”) Tina Anselmi. Nell’iniziativa all’Hotel Plaza di Roma, giovedì 15 novembre si sono affrontati i temi nodali del nostro sistema sanitario.
Il principio universalistico del diritto alla salute negli anni è stato messo alla prova col processo di aziendalizzazione del sistema sanitario avviato negli anni Novanta con la finalità di contenere la spesa.
IL bilancio attuale e la messa a confronto tra costi e benefici spingono invece verso un’inversione di tendenza. L’attuale finanziamento del SSN appare ancora insufficiente, urge una modifica dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale e delle regole che disciplinano la mobilità dei cittadini del paese per l’accesso alle cure, al fine di consentire alle regioni più povere di colmare il dislivello, le disuguaglianze, in termini di diritto alla salute.