L’università cinese ha pubblicato lo studio sul coronavirus basato sulla genetica ma i virologi del resto del mondo dubitano su quegli esiti
Arriva dal South China Agricultural University di Guangzhou l’ipotesi che sia stato mutato in un animale selvatico il coronavirus dei pipistrelli. Si chiama pangolino. Somiglia a un formichiere ed oltre ad essere un animale in via di estinzione, il piccolo mammifero è utilizzato in un mercato totalmente contro legge. A darne notizia in Italia è l’ANSA.
La chiave di questa ricerca segue il metodo genetico. La perplessità della comunità scientifica internazionale – è spiegato nel commento del periodico Nature – si fonda anche sul fatto che la pubblicazione ha coinvolto solo l’università cinese e non il resto della comunità di ricerca. Tanto che l’autorevole giornale di ricerca titola con una domanda: “I pangolini hanno diffuso il coronavirus cinese alle persone?”
(Foto da Nature).