L’Europa prende le contromisure dalla recrudescenza Covid che arriva dalla Cina
Al momento si è arrivati a cosiddetto ”approccio coordinato”. Se Pechino apre all’Occidente per i viaggi, nella Commissione europea di prendono le contromisure: mascherine durante il volo e tamponi appena si tocca il suolo dei ventisette paesi facenti parte dell’Unione. Al momento si tratta solo di una “raccomandazione”: quella di indossare la mascherina FFP2 durante il volo per la Cina o dalla Cina. I tamponi saranno le misure che probabilmente verranno imposte a seguire.
Inevitabile la suscettibilità della Cina urtata all’annuncio delle misure. Si è arrivato a ipotizzare non specificate “contromisure”. La portavoce della Commissione europea Dana Spinant ha però ribadito a chiare lettere: “Le misure sono giustificate in relazione alle consultazioni con i nostri esperti e anche al cospetto di quanto la situazione in Cina dà a vedere di sé”.
Chiaramente siamo solo all’inizio della presa in carico di contromisure che avranno sicuramente ulteriori applicazioni future. La cosa più importante consiste nell’evitare scelte unilaterali da parte dei singoli paesi che lascerebbero scoperta una nazione davanti al colosso della Cina. Quando questo avvenne durante la prima grande ondata di Covid l’Unione Europea ebbe un grande smacco proprio d’immagine ma anche sostanziale perché postulò la chiusura delle frontiere interne dello Spazio Schengen. D’altra parte l’Unione Europea, di fatto, non ha deleghe specifiche sulla questione relativa alla sanità e alle misure di sicurezza per preservarla. Esiste però l’Agenzia europea di prevenzione delle malattie (ECDC) che nelle sue proiezioni non ha previsto un sensibile aumento dei contagi in Europa perché la forte diffusione dei vaccini ha reso meno permeabile al virus i popoli del vecchio continente. Diverso però il discorso per le nuove varianti. I dati messi a disposizione dalla Cina non evidenziano un allarme in tal senso, ma è la qualità in sé dei dati dalla Cina a mettere in allarme.