Non si capisce il senso di questa frase enunciata dall’Oms ma non produce disposizioni
L’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata al centro di potenti polemiche in fase Covid ma la sua missione in un mondo sempre più globalizzato anche nei sistemi di cura non è mai stata messa in discussione. A patto che la sua azione resti libera e non vincolata da grandi portatori di interessi
Stupisce allora il caso dell’aspartame. Oms dichiara “possibilmente cancerogeno” ma non ne indica la ridefinizione come sistema dolcificante per bevande analcoliche. Ed è già il “possibile” in dimensione logica deterministica che sorprende. Chiaramente ogni elemento considerato cancerogeno indica un’effettualità non certa. Altrimenti sarebbe considerata velenosa o fortemente nociva. Quindi la possibilità cancerogena esprime un evidente livello di rischio e la necessità di misure idonee. Esporre la cancerogenicità in termini di possibilità appare come attenuazione del valore chiaro e netto di questa asserzione. Si lascia così invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile. Tanto che la comunicazione dell’Oms dice esplicitamente: “Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli”. Non si capisce bene anche la “moderazione” indicata da un responsabile dell’organizzazione internazionale e vulgata attraverso le agenzie.
Comunque parla chiaro il comunicato dell’Iarc – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – che: “ha classificato l’aspartame come possibilmente cancerogeno per l’uomo”. Cosa deve accedere perché sia tolto dalla produzione industriale?