Investire in vaccinazione consiste in un risparmio per la sanità, debbono essere superate ritrosie insensate
I vaccini sono la tipologia di farmaci maggiormente sotto esame. Istituzioni e organi di informazione qualificati debbono adottare come prioritaria strategia comunicativa il Piano per la vaccinazione che presto sarà applicato insieme ai Lea. L’allarme è determinato dai dati degli ultimi due anni nei quali si evidenzia che sono diminuiti i bambini vaccinati. Questa necessaria profilassi è invece fondamentale per evitare molte malattie nella crescita. Tra queste, malattie che si pensavano debellate.
In estrema sintesi sono i contenuti emersi al convegno a Palazzo Ferrajoli il 12 maggio.
La vaccinazione consiste in un risparmio per la sanità quantificabile nei termini di 196 milioni ogni anno. Le campagne ideologiche alimentate specialmente sul web sono confutate dalla mancanza di alcun riscontro. Il terrorismo ideologico è alimentato dal fatto che le notizie corrono attraverso canali non qualificati. Questa tipologia di prevenzione consiste nella tipologia di farmaci maggiormente sotto esame.
Il convegno organizzato dall’Osservatorio sanità e salute presieduto dal Senatore Cesare Cursi, ha visto Gian Vincenzo Zuccotti come moderatore. Il direttore della Clinica pediatrica dell’Ospedale dei bambini università degli studi di Milano nell’introdurre i temi del confronto ha prospettato un futuro in cui le prossime generazioni avranno una media di vita più bassa dei loro genitori perché non hanno conosciuto una prevenzione adeguata.
Nel convegno, la proposta di una riforma nella dizione della promozione per vaccinarsi. La vaccinazione non deve apparire come un obbligo – ha detto Paolo D’Ancona del settore prevenzione sanitaria del ministero della salute. La vaccinazione è un’offerta di tutela della salute.
Promuovere, quindi, il piano vaccinazione. Decisivo, sempre secondo D’Ancona, l’inserimento del Piano vaccinazione all’interno dei Livelli elementari di assistenza (Lea).
La novità, quando sarà applicativa, riuscirà a limitare l’effetto di dislivello comportato dalle diverse politiche di vaccinazione delle diverse amministrazioni regionali. In tal senso Alberto Villani, responsabile di pediatria di Bambin Gesù di Roma, ha evidenziato un motivo di arretratezza del nostro sistema sanitario. Marzia Duse, presiente Siaip, nel delineare la profilassi delle patologie respiratorie, ha evidenziato come le affezioni polmonari non curate in età neonatale restino come affezione determinanti nelle patologie che quei bambini avranno da adulti. Gaetano Chirico, della Società italiana di neonatologia, ha evidenziato i casi dei nati pre-termine nel quale la profilassi preventiva ha debellato più di un terzo dell’aggravamento delle patologie potenziali. Nel dibattito la senatrice Maria Rizzotti ha prospettato di raddoppiare la spesa sulla prevenzione: “tutti debbono ricordare che se sono sani lo debbono ai vaccini”. L’onorevole Vittoria D’Incecco, prima firmataria del piano vaccinazione, ha sottolineato come le difficoltà presenti anche in Parlamento siano state superate sulla ragionevolezza delle ragioni scientifiche. IL senatore Andrea Mandelli ha concentrato la riflessione sui tratti economicistici. L’incapacità di investire sulla salute in Italia si evidenzia con il dato dell’1,9% del Pil che è ben poca cosa confrontato alla media del dieci per cento degli altri paesi. Una campagna mirata per la vaccinazione sarebbe un atto importante anche per l’economia del paese.
Le conclusioni vedono nel piano vaccinazione un grande fronte per la divulgazione nella cura della salute. Un piano comunicativo che deve arrivare anche attraverso uno spot che presto verrà vulgato oltre una campagna di informazione adeguata alla grande portata del problema.