Contro il Covid 19 vari studi pubblicati mostrano un miglioramento nel ridurre il rischio di morte a 30 giorni e la diminuzione del numero di pazienti che necessitano di ventilazione meccanica
Sul campo si è rilevato un miglioramento anche in 24-48 ore, anche solo con una somministrazione. E’ questa una vittoria per Paolo Ascierto, oncologo, dirigente dell’istituto Pascale di Napoli che, contro lo scetticismo di diversi colleghi, per primo ha sperimentato il tocilizumab per curare gli effetti della malattia da contagio di coronavirus.
L’applicazione dell’antireumatoide ha determinato la diminuzione dei tempi di degenza, del rischio di morte e un netto miglioramento della sintomatologia respiratoria. Inizialmente lo studio della casa produttrice non era riuscito a dimostrare statisticamente il progresso verso la guarigione perché nell’esecuzione dello studio clinico e nell’adottare le molte regole da seguire che erano incompatibili con la rilevazione dell’evidenziazione della riuscita del farmaco. L’importante però è capire se ci sono dei marcatori o delle sostanze dosabili in maniera oggettiva che permettano di capire chi possa beneficiare di un trattamento e chi no. Ad oggi i risultati dei vari trials non sono ancora pubblicati in maniera integrale. È necessario vedere quei dati e capire che tipologia di pazienti è stato trattato e con quale tempistica è stata osservata. L’impressione è che si tratta di individuare la tempistica giusta nel trattare i pazienti, verosimilmente con livelli alti di IL 6, prima dell’intubazione.