“Metodo De Donno”, inesatto dire che è stato riabilitato

“Nei partecipanti con Covid-19, la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro nove giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale”.

Sono le conclusioni a cui arriva il famoso studio pubblicato sul periodico di ricerca scientifica New England Journal of Medicine. Il cosiddetto “sistema col plasma” però non riesce a ribaltare la posizione sul metodo di Giuseppe De Donno. Ma nel “metodo De Donno” la trasfusione era effettuata a pazienti ospedalizzati che avevano più di otto giorni dal manifestarsi della malattia. Oggi si ritiene questo tempo eccessivo per debellare la malattia con questa pratica sulla quale si sono alimentate tante polemiche.

Infatti, sono state pubblicate anche altre ricerche che hanno dimostrato la mancanza di efficacia di quanto approvava Di Donno. Inoltre le trasfusioni non sono praticabili su vasta scala tanto da poter essere considerate un sistema di cura per tutti e in tutte le circostanze. Rispondono, invece, a requisiti molto rigidi, difficili da trovare in tutti i pazienti.