Se si accede ai trentasette miliardi dell Meccanismo Europeo di Stabilità (“fondo salva-stati”) si dovrà concentrare l’indirizzo di queste risorse a recuperare standard sanitari per combattere il coronavirus, Non sono consentiti altre finalità.
Il MES è regolato da alcune tecnicalità. Ancora non si capisce come fare il rendiconto delle spese indirette e quali sono le modalità attraverso cui la Commissione europea potrà controllare il raggiungimento degli scopi previsti.
Ne parla in un’intervista Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe. Anche la ripartizione dei fondi non è chiara. Arriveranno agli enti regione, ma saranno erogati dallo Stato. Ma dagli incidenti di percorso in fase lockdown il rapporto tra le due istituzioni non parte bene. E poi, se è vero che dovranno essere utilizzati per le spese da affrontare contro il coronavirus questi soldi dovranno andare prevalentemente alla Lombardia, Veneto e Piemonte che sono le regioni meglio organizzate sotto il profilo dell’efficienza delle strutture sanitarie. Potrebbero agevolare in forma molto minore delle necessità le regioni del Sud che non sono state attaccate gran che dalla pandemia.
Una cosa va chiarita. IL MES può essere utilizzato esclusivamente per spese dirette e indirette correlate alla pandemia degli anni 2020 e 2021, per un massimo del 2% del Pil calcolato al dicembre 2019. Dovendo essere utilizzato solo per sostenere i costi diretti e indiretti conseguenti alla crisi Covid-19, questi fondi non saranno a disposizione per fare nuovi ospedali, nuovi reparti, aumentare gli stipendi di medici e infermieri, fare nuove assunzioni. Sono invece previsti altri generi di spesa. L’assistenza ospedaliera, riabilitativa e ambulatoriale, la diagnostica, la farmaceutica, gli interventi di prevenzione, i costi amministrativi e la long-term care” e “altri costi indiretti legati all’assistenza, al trattamento e alla prevenzione della crisi Covid-19”. Tutti costi difficilmente rendicontabili al dettaglio.
Ma il sistema prevede una forma di controllo molto attenta. Chi accede a questi finanziamenti sarà soggetto a una “sorveglianza speciale” (enhanced surveillance). Ed il sorvegliante è la Commissione europea. Specificamente sotto esame sarà proprio il monitoraggio e sugli obblighi di comunicazione sul corretto uso dei fondi. D’altro canto il governo ha messo due miliardi in più per l’anno in corso e un miliardo e mezzo per l’anno successivo. Più un miliardo quattrocentodieci milioni previsto nel Decreto Cura Italia. Altri tre miliardi duecentocinquanta milioni grazie al Decreto Rilancio.