” La restrizione calorica prolunga la durata della vita sana in più specie. Il digiuno intermittente, una forma alternativa di restrizione dietetica, è potenzialmente più sostenibile negli esseri umani, ma la sua efficacia rimane in gran parte inesplorata.
Identificare le forme più efficaci di restrizione dietetica è fondamentale per sviluppare interventi volti a migliorare la salute umana e la longevità. Nella ricerca pubblicata su Nature è stata eseguita una valutazione approfondita dei livelli graduali di restrizione calorica (20% e 40%) e di digiuno intermittente (1 e 2 giorni di digiuno a settimana) sulla salute e la sopravvivenza di 960 topi femmine geneticamente diverse. Abbiamo dimostrato che la restrizione calorica e il digiuno intermittente hanno entrambi comportato un prolungamento della durata della vita in proporzione al grado di restrizione. Ma la durata della vita era ereditaria e la genetica aveva un’influenza maggiore sulla durata della vita rispetto alle restrizioni dietetiche. Le associazioni più forti tra i tratti e la durata della vita includevano il mantenimento del peso corporeo durante i periodi di manipolazione, un indicatore di resilienza allo stress, elevata proporzione di linfociti, bassa larghezza di distribuzione dei globuli rossi ed elevata adiposità in tarda età. Gli effetti sulla salute differivano tra gli interventi e mostravano relazioni incoerenti con l’estensione della durata della vita.
La restrizione calorica del 40% ha avuto l’effetto più forte sull’estensione della durata della vita, ma ha portato a una perdita di massa magra e a cambiamenti nel repertorio immunitario che potrebbero conferire suscettibilità alle infezioni. Il digiuno intermittente non ha prolungato la durata della vita dei topi con peso corporeo elevato prima dell’intervento e il digiuno intermittente di due giorni è stato associato alla distruzione delle popolazioni di cellule eritroidi. Le risposte metaboliche alla restrizione dietetica, inclusa la riduzione dell’adiposità e della glicemia a digiuno, non sono state associate ad un aumento della durata della vita, suggerendo che la restrizione dietetica fa molto di più che contrastare semplicemente gli effetti negativi dell’obesità. I nostri risultati indicano che migliorare la salute e prolungare la durata della vita non sono sinonimi e sollevano interrogativi su quali elementi sostanziali siano i più rilevanti per valutare gli interventi sull’invecchiamento nei modelli preclinici e negli studi clinici.“