Si propone alla lettura del professor Chris Whitty consigliere del Primo Ministro inglese. Viene qui sintetizzato al fine di dare un contributo di chiarezza sul senso della posizione inglese sul coronavirus. Anche se, data la tendenza oramai generale, non so fino a quanto terrà la posizione che sostiene l’immunità di gregge.
Il Regno Unito tratterà il Covid-19 come l’influenza e lo lascerà correre in un’unica ondata. Quel che vuole evitare è l’introduzione di misure sociali molto pesanti con i costi economici Secondo Chief medical officer il tasso di mortalità della malattia non supera l’1%. IL dato è desunto dalle rilevazioni che arrivano dalla Cina. L’Oms invece stima il tasso di mortalità del 3,4%. IL governo del Regno Unito si aspetta che il 20% minimo della popolazione sia infettato; lo scenario peggiore è ragionevolmente l’80%. IL governo inglese cercherà, sì, di contenere, ritardare, ricercare e mitigare ma non intende soffocare la calamità. Ma per mitigazione, ad esempio, non si intende la chiusura delle scuole, sulla base dell’osservazione che i bambini sono molto resistenti al virus e ai suoi sintomi. Pur valorizzando il lavoro della Cina gli isolani ritengono che i tassi di infezione possano tornare a salire dopo che la Cina avrà mollato il freno. In sostanza in Inghilterra non vogliono fermare la macchina produttiva perché ritengono che i costi siano superiori ai risibili vantaggi in quanto il virus tornerebbe senza un vaccino per cui ci vorranno come minimo 18 mesi. Meglio allora concentrarsi sul reimpiego di farmaci già conosciuti. E allora, isolare le persone anziane dal virus. Ma questo significa allontanarle dalla società. Il piano britannico dipende in gran parte da informazioni che abbiamo ricevuto dalla Cina. Ma esiste la possibilità che tali informazioni non siano corrette perché la demografia è diversa.