Se n’è discusso al convegno organizzato da Onde e Osservatorio Sanità e Salute
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L’oncologia ha fatto grandi passi in avanti negli ultimi anni. Lo dobbiamo all’intelligenza artificiale? “Macché! Lo dobbiamo all’intelligenza umana che è arrivata a dare dei tempi di convivenza con il tumore pochi anni fa impensabili, così come dà frequenti guarigioni”. Così Stefano Vella, docente di Metodologia Clinica e primo ad intervenire al convegno sul tema Oncologia 2025 che si è svolto il pomeriggio di martedì 11 febbraio alla biblioteca del Senato in piazza della Minerva a Roma.
“Oggi anche laddove sussista presenza di metastasi non c’è la sentenza” – ha evidenziato Stefano Veĺla. Gli interventi dei luminari della ricerca e cura oncologica hanno evidenziato la capacità di centralizzare l’attenzione sul bersaglio da colpire. Gli attuali sistemi, infatti, aggrediscono la parte ammalata senza danneggiare il resto. È infatti aumentata la mediana di sopravvivenza per il cancro e si è estesa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei tumori del seno (88%), del testicolo e della prostata (oltre il 90%).
In Italia l’1,5% l’anno in questo decennio è cresciuto il numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore. Nel 2024 erano 3,7 milioni. Aumentano i guariti e sono pari alla metà dei pazienti. Importante anche il dato dei lungo-sopravviventi: vivono oltre cinque anni dopo una diagnosi. Chiaramente la diversità degli esiti è legata soprattutto alla diversità dei tumori. Ma, anche qui, le tipologie più diffuse (seno, polmone, prostata, colon-retto, melanoma), sono quelli per i quali si è ottenuto il dato più incoraggiante.
“Eppure – avverte sempre Stefano Vella – sussistono ancora delle diagnosi tardive per ritardo di riconoscimento della malattia”.
Antonella Campanale, dirigente del Dipartimento dei dispositivi medici del ministero della Salute, ha garantito che la farmacologia a disposizione ha sicurezza ed efficacia in grado di andare pari passo all’innovazione tecnologica.
Evidenzia però la difficoltà per l’arrivo di nuovi farmaci, Mauro Biffoni, direttore del dipartimento Oncologia dell’ISS, che non sempre garantiscono sull’aspettativa dei risultati prospettati. Dobbiamo sempre ricordare che in Italia si garantiscono trattamenti medici a tutti, qualsiasi siano i costi.
Anche la Regione Lazio è impegnata in questo lavoro, di cui Antonello Aurigemna, presidente del Consiglio regionale, dà spiegazione. Innanzitutto attraverso l’assistenza domiciliare evitando il ricorso al pronto soccorso.
In quindici anni è migliorato tantissimo il progresso delle cure sia in termini di sopravvivenza e guarigione che in termini di convivenza con il tumore. In una lectio magistralis evidenzia questo dato Massimo Di Maio, presidente Aiom. Purtroppo siamo ancora in ritardo per il tumore al pancreas e alcuni tumori all’ovaio. Grande supporto alla cura lo fornisce la tecnologia digitale che non vuole però sostituirsi alla normale empatia, ma consiste in un immancabile supporto per il controllo degli stati di avanzamento della malattia.
Appuntamento obbligato è l’analisi dell’immunoterapia che sta rappresentando un cambio di paradigma. Affronta la centrale questione Anna Maria Di Giacomo del Centro Immuno-oncologico senese. I dati riportano come, ad esempio nel tumore del polmone, l’immunoterapia, aggiunta ad altre terapie, consiste in un fattore decisivo per allungare la convivenza con la malattia.
In un recente studio dell’Università La Sapienza si affronta il problema dell’oncologia di precisione guardando specificamente al tipo di evoluzione della malattia. Ne spiega i contenuti Andrea Botticelli. Si è passato da un modello molecolare a un modello agnostico, mutazionale.
Lucia Del Mastro, direttrice della clinica oncologica del policlinico San Martino, illustra le nuove strategie in sviluppo critico. Ci sono vaccini immunologia e anche preventivi all’insorgenza del tumore. Esiste lo studio del microbiota. La quantità di geni presenti in questi microbi sono molto superiori a quelli ordinari. Da questa consapevolezza la possibilità di approfondire nella capacità di riconoscere lo sviluppo della malattia o la sua possibilità. Entro due anni avremo i risultati per capire se funziona la sperimentazione del vaccino diretto al tumore del pancreas.
La ricerca più avanzata, ma nel merito degli anticorpi coniugati e anticorpi specifici, è l’aggiornamento illustrato da Gennaro Daniele – Università Sacro Cuore di Roma. Nel 2024 sono stati approvate sette tipologie di anticorpi specifici per patologie specifiche. La caratteristica che hanno però consiste nel fatto che costano tantissimo.
l saluto della Senatrice Ylenia Zambito sottolinea la necessità dell’approccio interdisciplinare. C’è il problema dei tumori rari che però, nell’insieme, costituiscono una percentuale importante delle morti per tumore. Quindi hanno grande rilevanza per la loro mortalità. Un organo più bersagliato in questa tipologia di tumori è il cervello. E proprio in questo ambito ci sono risultati assolutamente incoraggianti. Sebbene siano patologie difficili da trattare con le collaborazioni e interazioni con altri stati si arriva a risultati incoraggianti.
Si comincia a guarire da molte leucemie. I passi avanti degli ultimi decenni sono stati delineati da Marco Vignetti, presidente fondazione Gimema, Mandelli Onlus. Le risultanze di decenni di ricerca consiste nel fatto dalla leucemia acuta più letale si è arrivati a quella più curabile. Questo è stato possibile attraverso la collaborazione tra universi e centri di ricerca. Anche nella leucemia mieloide cronica, facendo una terapia specifica, riesce a consentire di convivere con.la malattia. Si tratta di grandi risultati ottenuti dalla ricerca italiana.
C’è una nuova direttiva europea di cui Rossella Di Bidino – direzione tecnica del Gemelli di Roma – mostra gli effetti. Passano in media tre anni l dall’approvazione del farmaco si passa alla sua disponibilità. L’Italia non è uno dei paesi più lenti in questo passaggio. Velocizzare i percorsi burocratici e tecno-sanitari per cui si arriva all’applicazione di una terapia o di farmaci consiste in una grande obiettivo che fa parte integrante nella lotta per rendere maggiormente curabile il tumore.