Assobiomedica ridimensiona la retorica dei costi sproporzionati che diverse aziende sanitarie sostengono per i dispositivi medici
Importante centralizzare i centri di acquisto. Ancora più importante però chiarire le condizioni di fornitura. Il costo delle siringhe nel bilancio della sanità italiana rappresenta lo 0,02 per cento dei costi. Eppure nella retorica di questi anni è stato additato come il problema simbolico più esplicito per comprendere i cosiddetti sprechi. Il presidente di Assobiomedica in un intervento pubblicato dall’associazione della Confindustria su il Sole 24 Ore ha spiegato meglio la fenomenologia dell’effetto rialzo per alcune acquisizioni di beni centrali come le siringhe. Sempre restando in tema di siringhe, acquistare in tutte le organizzazioni sanitarie pubbliche la “siringa nazionale” produrrebbe un effetto dannoso per il mercato e per gli utenti della sanità.
“ll tema delle differenze di prezzo – dice Bobbio – è un falso mito. Quando le differenze ci sono riflettono diverse condizioni di fornitura: quantità e durata, servizi accessori e periodi di acquisto, consegne in emergenza e urgenza, tempi di pagamento. Si tratta di tutti elementi che incidono sul prezzo unitario e che vanno tenuti in considerazione per fare dei confronti che siano appropriati”.
Sempre Bobbio chiarisce che “i dispositivi medici non sono beni di largo consumo, ma rappresentano fattori produttivi sofisticati, dalle cui caratteristiche e modalità di impiego nei processi sanitari dipende la qualità delle prestazioni di assistenza sanitaria erogate.