La stima presentata al G7 di Borgo Egnazia evidenzia l’aspetto sotto il profilo strettamente economico. Ed è il versante più appetibile perché l’iniziativa sia intrapresa nel mondo. Ridurre la Malaria del novanta per cento entro il 2030 potrebbe dare ai paesi che ne soffrono l’endemia centoquarantadue miliardi settecento milioni di dollari. Di questi, però, solo centoventisette in Africa. La ricerca è stata realizzata da Oxford Economics Africa con il supporto del Global Fund.
Questo comporterebbe l’incremento di trentuno miliardi di dollari per le esportazioni diretti ai paesi africani più colpiti. In somma, un affare!
I dati sanitari sono però ben più allarmanti. La Malaria nel mondo causa seicentomila decessi in un anno. Tre quarti sono bambini sotto i cinque anni di età.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha stimato duecentoquarantanove milioni di casi di malaria nel 2022. Il problema di lottarne per la cura consiste nella resistenza ai farmaci e agli insetticidi. Peter Sands, direttore esecutivo del Fondo Globale: “non si tratta semplicemente della cosa giusta da fare è inaccettabile che ogni minuto un bambino muoia a causa di questa malattia prevenibile. Ma anche della cosa migliore da fare”.