Sistemi che trasportano il farmaco esclusivamente nelle cellule malate
Sono più di 230 i nano-farmaci attualmente testati sull’uomo. Meno di un terzo sono destinati alla cura del cancro.
L’Unione Europea, tra il 2008 e il 2014, ha finanziato più di 50 progetti di nanomedicina.
Oggi il problema della cura del cancro consiste nell’annullare gli effetti delle terapie che debbo colpire solo le cellule cancerose.
Grazie ai cosiddetti “nanofarmaci” il farmaco arriva dove deve confliggere, senza danneggiare alcunché.
È questa la frontiera di cui si discuterà nella Giornata mondiale sul cancro del 2016 che si celebra il 4 febbraio. I nano-vettori hanno grandezza dai 20 ai 500 miliardesimi di metro. Si adattano ai tradizionali farmaci chemioterapici e ai farmaci biologici (acidi nucleici, proteine).
Un altro obiettivo consiste nel superare le barriere biologiche. E allora le metodologie prevedono di far attivare il farmaco solo nel momento in cui entra in funzione solo dopo aver superato una barriera protettiva, quindi entrare in contatto direttamente con la malattia.
L’Osservatorio sanità e salute celebra la Giornata mondiale del 2016 con un convegno giovedì 4 febbraio a Palazzo Ferrajoli.