Mentre le nanotecnologie e la farmacologia fanno passi da gigante le strutture sanitarie in Italia faticano a integrarsi a tanta evoluzione tecnologica, ma anche alla necessità sociale di promuovere informazione e assistenza
“In Italia le donne del Sud muoiono di più per tumore della mammella a causa della mancanza dello screening”. Rimuovere questa arretratezza evidenziata da Antonio Federici della direzione prevenzione del Ministero della salute potrebbe essere un obiettivo concreto sul quale deve concentrarsi il lavoro del sistema sanitario contro il proliferare di questo male. L’obiettivo è stato evidenziato al convegno a Palazzo Ferrajoli di giovedì 4 febbraio organizzato dall’Osservatorio sanità e salute presieduto dal Senatore Cesare Cursi che ha celebrato la Giornata mondiale di lotta contro il cancro.
Un altro problema, evidenziato sempre da Federici, consiste nella novità dei farmaci ad alto costo che, se danno risposte nuove e in alcuni casi salvifiche, mettono in crisi il sistema sanitario per la difficile sostenibilità.
La cura contro il cancro si avvia, più che per altre patologie, alla precisa personalizzazione delle terapie. Ed è anche in questo ambito deve soffermarsi la ricerca. Sullo sfondo preponderante il ruolo delle nanotecnologie che gradualmente hanno in prospettiva la sostituzione della chemioterapia. In tal senso Elisabetta Iannelli, segretario generale F.a.v.o., evidenzia che il costo per ogni ammalato è quello di trentamila euro l’anno. E che gli interventi importanti sono anche a livello riabilitativo. Combattere gli effetti del cancro – ha ribadito Iannelli – sono gli effetti del cancro nella vita reale e nella società anche quando c’è la guarigione: il primato della nostra società non è più la vita ma la produttività. Ed oggi ci sono tre milioni di persone guarite dal cancro che hanno problemi di reinserimento professionale. L’appello dell’avvocato Iannelli è che sia inserita alla parola “sociale” la denominazione “sociosostenitore” all’interno della riscrittura della riforma del Titolo Quinto.
Nel convegno anche la voce di Agenas, attraverso Angela Angelastro che per Agenas cura la Sezione Qualità. Angelastro pone al centro la fondamentale figura di medianità che deve istituirsi tra istituzioni e associazioni che debbono consolidare il contatto. L’obiettivo è mettere al centro la persona. Anche all’interno dell’Intesa Stato-regioni mettere al centro la promozione di reti oncologiche.
Sull’integrazione socio-sanitaria interviene anche Francesca Cirulli. In Italia ci sono ottimi reparti di oncologia e di socio-oncologia – ritiene Cirulli – Ma il livello di presa in carico è ancora inefficace. C’è bisogno di una migliore formazione medica alla comunicazione. Chi riceve la notizia della malattia è sottoposto a un grande stress e la condizione psicologica è molto importante per la convivenza con il cancro: è dimostrato che essere felicemente sposati è un fattore che implica una sopravvivenza più lunga. Nella lotta contro questa la dimensione del tempo è fondamentale. Perché in questo consiste la lotta contro il male, la lotta per l’esistenza implica la conquista del tempo.
Nella parte scientifica l’intervento di Michele De Laurentis, direttore Uoc di oncologia medica per la fondazione Giovanni Pascle di Napoli, evidenzia la grande evoluzione da inizio anni Novanta. Oggi si lavora sulla mappa del genoma dei tumori, diversamente dal passato dove non c’erano molte differenze. L’oncologia diventa sempre più una tecnologia di precisione dove la singolarità del paziente è il dato preminente.
Antonio Maria Grimaldi, del dipartimento Melanoma dell’INT Pascale di Napoli, evidenzia come il melanoma è stata una grande palestra per trovare misure contro il tumore. Oggi le risposte sono estremamente efficaci. In alcuni casi si usa la denominazione efficace “effetto Lazzaro” per evidenziare la ripresa da una situazione diventata estremamente grave. In questa continua ricerca l’immunologia conserva una potenzialità enorme col vantaggio di ovviare dalla tossicità della chemioterapia. Oggi abbiamo quattro classi di farmaci rivoluzionari della terapia. Ma hanno costi elevati. Quindi il problema è ottimizzare le risorse. Fare questo è possibile indirizzando i centri specializzati.
Sui problemi del tumore al colon retto si è soffermato Roberto Bianca, direttore Cancer Asst, dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Si sta facendo strada l’immunoterapia. Molto importante per la cura è la conoscenza del quadro globale del paziente. In tal senso la terapia adiuvante perché “Medicina personalizzata” non significa solo conoscenza biologica ma anche conoscenza clinica. Ma Roberto Bianca evidenzia un concetto molto importante nella grande speranza rivolta alle innovazioni farmacologiche: la ricerca deve crescere in modo autonomo dalla farmacologia determinata dalle grandi imprese.